Queste ipotesi hanno per noi solo un valore generale di prospettiva. Esse ci servono per fissare questi punti:
1) Noi dobbiamo fin da oggi restringere al minimo l'influenza e l'organizzazione dei partiti che possono costituire la coalizione di sinistra per rendere sempre piú probabile una caduta rivoluzionaria del fascismo, in quanto gli elementi energici ed attivi della popolazione sono sul nostro terreno nel momento della crisi. 2) In ogni caso noi dobbiamo tendere a rendere piú breve che sia possibile l'intermezzo democratico avendo fin da oggi disposto a nostro favore il maggior numero di condizioni favorevoli.
È da questi elementi che dobbiamo trarre l'indicazione per la nostra attività pratica immediata. Intensificare l'attività generale del fronte unico e l'organizzazione di sempre nuovi comitati d'agitazione per centralizzarli almeno su scala regionale e provinciale. Nei comitati le nostre frazioni devono cercare prima di tutto di ottenere il massimo di rappresentanze delle diverse correnti politiche di sinistra evitando sistematicamente ogni settarismo di partito. Le questioni devono essere dalle nostre frazioni impostate oggettivamente come espressioni degli interessi della classe operaia e dei contadini.
Tattica verso il partito massimalista.
Necessità, di impostare piú energicamente il problema meridionale. Se il nostro partito nel Mezzogiorno non si mette a lavorare seriamente, il Mezzogiorno sarà la base piú forte della coalizione di sinistra.
Tattica verso il Partito sardo d'azione, in vista di un suo prossimo congresso.
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