Il fenomeno a parer mio consiste in ciò: in questi paesi tra il proletariato e il capitalismo si distende un largo strato di classi intermedie le quali vogliono e in un certo senso riescono a condurre una propria politica con ideologie che spesso influenzano larghi strati del proletariato, ma che hanno una particolare suggestione sulle masse contadine. Anche la Francia, nonostante che occupi una posizione eminente nel primo gruppo degli Stati capitalistici, partecipa per alcune sue caratteristiche alla situazione degli Stati periferici.
Ciò che mi pare caratteristico della fase attuale della crisi capitalistica consiste nel fatto che, a differenza del '20-'21-'22, oggi le formazioni politiche e militari delle classi medie hanno un carattere radicale di sinistra, o almeno si presentano dinanzi alle masse come radicali di sinistra. Lo sviluppo della situazione italiana, dati i suoi caratteri peculiari, mi pare possa in un certo senso dare il modello per le diverse fasi attraversate dagli altri paesi. Nel '19 e '20 le formazioni militari e politiche delle classi medie erano da noi rappresentate dal fascismo primitivo e da D'Annunzio. È noto che in quegli anni tanto il movimento fascista come il movimento dannunziano erano disposti anche ad allearsi con le forze proletarie rivoluzionarie per rovesciare il governo di Nitti, che appariva come il mezzano del capitale americano per asservire l'Italia (Nitti è stato in Europa il precursore di Dawes). La seconda fase del fascismo — '21 e '22 — è nettamente reazionaria.
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