Dal '23 si inizia un processo molecolare per cui gli elementi piú attivi delle classi medie si spostano dal campo reazionario fascista al campo delle opposizioni aventiniane. Questo processo precipita in una cristallizzazione che poteva essere fatale al fascismo nel periodo della crisi Matteotti. Per la debolezza del nostro movimento, debolezza che d'altronde aveva essa stessa un significato, il fenomeno è interrotto dal fascismo, e le classi medie sono respinte in una nuova polverizzazione politica. Oggi il fenomeno molecolare ha ripreso su una scala di molto superiore a quello iniziatosi nel '23 ed è accompagnato da un fenomeno parallelo di raggruppamento delle forze rivoluzionarie intorno al nostro partito, ciò che assicura che una nuova crisi tipo Matteotti difficilmente potrà avere un nuovo 3 gennaio. Queste fasi attraversate dall'Italia, in una forma che chiamerei classica ed esemplare, le ritroviamo in quasi tutti i paesi che abbiamo chiamati periferici del capitalismo. La fase attuale italiana, cioè un raggruppamento a sinistra delle classi medie, la troviamo in Ispagna, in Portogallo, in Polonia, nei Balcani. Solo in due paesi, Cecoslovacchia e Francia, troviamo una continuità nella permanenza del blocco di sinistra, fatto che dovrebbe essere secondo me particolarmente studiato. La conclusione di queste osservazioni che naturalmente dovranno essere perfezionate ed esposte in forma sistematica, mi pare possa essere questa: realmente noi entriamo in una fase nuova dello sviluppo della crisi capitalistica.
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