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      » o qualcosa di simile. Tale stato d'animo pare non sia stato caratteristico solo di alcuni gruppi intellettuali italiani, ma si sia verificato, in certe epoche di avvilimento morale, anche in altri paesi. In ogni modo è un segno rilevante di assenza di spirito nazionale-popolare, oltre che di stupidaggine. Si confonde tutto un popolo con alcuni strati corrotti di esso, specialmente della piccola borghesia (in realtà poi questi signori, essi stessi, appartengono essenzialmente a questi strati) che nei paesi essenzialmente agricoli, arretrati civilmente e poveri, è molto diffusa e può paragonarsi al Lumpenproletariat delle città industriali; la camorra e la, «mafia» non è altro che una simile forma di malavita, che vive parassitariamente sui grandi proprietari e sul contadiname. I moralizzatori cadono nel pessimismo piú scempio, perché le loro prediche lasciano il tempo che trovano; i tipi come Prezzolini, invece di concludere alla propria inettitudine organica, trovano piú comodo giungere alla conclusione della inferiorità di un intero popolo, per cui non rimane altro che accomodarsi: «Viva Franza, viva Spagna, purché se magna!». Questi uomini, anche se talvolta mostrano un nazionalismo dei piú spinti, dovrebbero essere segnati dalla polizia tra gli elementi capaci di far la spia contro il proprio paese.
      Vedi nell'Italia letteraria del 3 gennaio 1932 l'articolo di Malaparte: Analisi cinica dell'Europa. Negli ultimi giorni del 1931, nei locali dell'École de la paix a Parigi, l'ex presidente Herriot tenne un discorso sui mezzi migliori per organizzare la pace europea.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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