Si dovrebbe avere cosí un ritmo piú accelerato di accumulazione di capitali nel seno stesso dell'azienda e non attraverso l'intermediario dei «produttori di risparmio» che in realtà sono divoratori di plusvalore. Nel blocco industriale-produttivo l'elemento tecnico: direzione e operai, dovrebbe avere il sopravvento sull'elemento «capitalistico» nel senso piú «meschino» della parola, cioè all'alleanza tra capitani d'industria e piccoli borghesi risparmiatori dovrebbe sostituirsi un blocco di tutti gli elementi direttamente efficienti nella produzione, che sono i soli capaci di riunirsi in sindacato e quindi di costituire la corporazione produttiva (donde la conseguenza estrema, tratta dallo Spirito, della corporazione proprietaria). Il Pagni obietta al Fovel che la sua trattazione non è una nuova economia politica, ma solo una nuova politica economica; obiezione formale, che può avere un rilievo in certa sede, ma non tocca l'argomento principale; le altre obiezioni, concretamente, non sono altro che la constatazione di alcuni aspetti arretrati dell'ambiente italiano per rispetto a un simile rivolgimento «organizzativo» dell'apparecchio economico. Le deficienze maggiori del Fovel consistono nel trascurare la funzione economica che lo Stato ha sempre avuto in Italia per la diffidenza dei risparmiatori verso gli industriali; e nel trascurare il fatto che l'indirizzo corporativo non ha avuto origine dalle esigenze di un rivolgimento delle condizioni tecniche dell'industria e neanche da quelle di una nuova politica economica, ma piuttosto dalle esigenze di una polizia economica, esigenze aggravate dalla crisi del 1929 e ancora in corso.
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