Cosí in Italia nell'ottobre 1922, fino al distacco dei «popolari» e poi gradatamente fino al 3 gennaio 1925, e ancora fino all'8 novembre 1926, si ebbe un moto politico-storico in cui diverse gradazioni di cesarismo si succedettero fino a una forma piú pura e permanente, sebbene anch'essa non immobile e statica. Ogni governo di coalizione è un grado iniziale di cesarismo, che può e non può svilupparsi fino ai gradi piú significativi (naturalmente l'opinione volgare è invece che i governi di coalizione siano il piú «solido baluardo» contro il cesarismo). Nel mondo moderno, con le sue grandi coalizioni di carattere economico-sindacale e politico di partito, il meccanismo del fenomeno cesarista è molto piú diverso da quello che fu fino a Napoleone III. Nel periodo fino a Napoleone III le forze militari regolari o di linea erano un elemento decisivo per l'avvento del cesarismo, che si verificava con colpi di Stato ben precisi, con azioni militari, ecc. Nel mondo moderno, le forze sindacali e politiche, coi mezzi finanziari incalcolabili di cui possono disporre piccoli gruppi di cittadini, complicano il problema. I funzionari dei partiti e dei sindacati economici possono essere corrotti o terrorizzati, senza bisogno di azione militare in grande stile, tipo Cesare o 18 brumaio. Si riproduce in questo campo la stessa situazione esaminata a proposito della formula giacobino-quarantottesca della cosí detta «rivoluzione permanente». La tecnica politica moderna è completamente mutata dopo il '48, dopo l'espansione del parlamentarismo, del regime associativo sindacale e di partito, del formarsi di vaste burocrazie statali e «private» (politico-private, di partito e sindacali) e le trasformazioni avvenute nell'organizzazione della polizia in senso largo, cioè non solo del servizio statale destinato alla repressione della delinquenza, ma dell'insieme delle forze organizzate dallo Stato e dai privati per tutelare il dominio politico ed economico delle classi dirigenti.
| |
Italia Napoleone III Napoleone III Stato Cesare Stato
|