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      La questione italiana80
     
      Sono da vedere i discorsi tenuti dal ministro degli Esteri Dino Grandi al Parlamento nel 1932 e le discussioni che da quei discorsi derivarono nella stampa italiana e internazionale. L'on. Grandi impostò la quistione italiana come quistione mondiale, da risolversi necessariamente insieme alle altre che costituiscono l'espressione politica della crisi generale del dopoguerra, intensificatasi nel 1929 in modo quasi catastrofico e cioè: il problema francese della sicurezza, il problema tedesco della parità di diritti, il problema di un nuovo assetto degli Stati danubiani e balcanici. L'impostazione dell'onorevole Grandi è un abile tentativo di costringere ogni possibile congresso mondiale chiamato a risolvere questi problemi (e ogni tentativo della normale attività diplomatica) ad occuparsi della «quistione italiana», come elemento fondamentale della ricostruzione e pacificazione europea e mondiale.
      In che consiste la quistione italiana secondo questa impostazione? Consiste in ciò: che l'incremento demografico è in contrasto con la relativa povertà del paese, e cioè nell'esistenza di un superpopolamento. Occorrerebbe pertanto che all'Italia fosse data la possibilità di espandersi, sia economicamente, sia demograficamente, ecc. Ma non pare che la quistione cosí impostata sia di facile soluzione e non possa dar luogo ad obiezioni fondamentali. Se è vero che i rapporti generali internazionali, cosí come si vengono sempre piú irrigidendo dopo il 1929, sono molto sfavorevoli all'Italia (specialmente il nazionalismo economico ed il «razzismo» che impediscono la libera circolazione non solo delle merci e dei capitali ma soprattutto del lavoro umano), può anche essere domandato se, a suscitare e irrigidire tali nuovi rapporti, non abbia contribuito e contribuisca tuttora la stessa politica italiana.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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