Ma è interessante notare che in verità non si comprende neanche cosa lo Spirito intenda per sindacato e per categoria e come egli paia non conoscere la letteratura in proposito. Gli si potrebbero ricordare le polemiche sull'organizzazione per fabbrica (di tipo industriale) in contrapposto a quella per categoria; il diverso significato che la parola «categoria» ha avuto (dal semplice mestiere, per esempio di tornitore, a quello di operaio metallurgico, ecc.) e la discussione stessa se, nonostante che fosse un progresso l'amalgamazione di tutti gli elementi di un'industria in un solo sindacato unitario, tuttavia non fosse necessario, per ragioni tecnico-professionali (sviluppo delle forme di lavoro, degli utensili, ecc.), conservare una traccia dell'organizzazione di mestiere, in quanto il mestiere tecnicamente si mantiene distinto e indipendente.
È da notare, in ogni modo, la giustezza fondamentale dell'intuizione dello Spirito, per la quale, ammesso che il classismo sia stato superato dal corporativismo e da una forma qualsiasi di economia regolata e programmatica, le vecchie forme sindacali, nate sul terreno del classismo, devono essere aggiornate, ciò che potrebbe anche voler dire assorbite dalla corporazione; da ciò si deduce che la resistenza del vecchio sindacalismo formale e astratto è una forma di critica reale ad affermazioni che si possono fare solo sulla carta. Cioè il sindacalismo astratto e formale è solo una forma di feticismo e di superstizione? Nell'elemento sindacato prevale ancora il salariato, da una parte, e il percettore di profitto, dall'altra, oppure realmente il fatto produttivo ha superato quello della distribuzione del reddito industriale tra i vari elementi della produzione?
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Spirito Spirito
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