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      Ma che marxismo «intelligente» è quello che fa prendere allo scrittore dell'Avanti! delle cantonate cosí «ortodosse»?
      E ci sono i fatti manifesti, oltre che gli indizi degli avvenimenti non affiorati all'onore della cronaca: dopo l'appello comunista i comizi fascisti divennero subito affollati; i fascisti, che compresero, pur non essendo marxisti intelligenti, quale era la causa di questa inaspettata loro popolarità credettero opportuno polemizzare con il manifestino comunista per confutarlo, ribatterlo, mostrarne il «bluffismo e la malafede». E l'agitazione, che poteva straripare, fu subito fatta cessare per ordine di Roma.
     
      «Il partito comunista è per la lotta nella Confederazione o per la lotta nell'interno dei sindacati fascisti?» Ma perché il dilemma? Non si può essere per ambedue queste tattiche? Quale contraddizione di principio esiste fra di esse?
      Non siamo marxisti intelligenti come quelli della scuola biellese, ciò è pacifico: siamo dei dialettici e non dei dogmatici. Le formule dell'«intelligenza» marxista: «Col tempo e con la paglia maturano le nespole!; chi la dura la vince!; il tempo è galantuomo!; bandiera rossa trionferà!» non sono le nostre. Noi crediamo necessario partecipare a tutte le azioni delle masse operaie, qualunque sia l'etichetta del momento, qualunque sia l'involucro che il dispotismo armato costringa queste azioni di massa a prendere per rompere la stagnazione.
      Il sindacalismo fascista è un fenomeno di coercizione, ma è solamente ciò o è rimasto ciò solamente?


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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