Egli percorse questa regione in un momento di fermentazione e quando ancora tante barbarie non erano state commesse sotto il vano e pomposo pretesto di progresso, di miglioramento.[vi] Oggi molto, per opera della nuova gente e per le nuove necessità della vita, è mutato e ciò conferisce al libro un interesse ed un sapore ancora maggiore. Ciò, anzi, ci ha indotti soprattutto a tentare questa nuova e completa edizione delle "Escursioni per l'Italia" di Ferdinando Gregorovius cui non dubitiamo che il pubblico sarà per far lieta accoglienza.
Luglio 1906.
L'EDITORE.
[vii]
LA CAMPAGNA ROMANA
(1856)
[1]La campagna romana.
(1856).
La regione nota sotto il nome di Campagna romana varia di estensione a seconda del modo come ne vengono tracciati i confini. Nel senso più preciso della parola, si chiama Campagna di Roma la regione deserta e grandiosa che si stende intorno alle mura della città de' Cesari e che è bagnata dal Tevere e dall'Aniene. Il suo perimetro si può tracciare ad un dipresso con i punti seguenti: Civitavecchia, Tolfa, Ronciglione, monte Soratte, Tivoli, Palestrina, Albano e Ostia. In senso più vasto, la campagna si stende sino al regno di Napoli, avendo per confini il Liri o Garigliano; di là da questo fiume sino al Sarno, che si getta nel mare presso Pompei, vi è l'altra campagna, la quale forma la bella provincia (Campania) che ha per capoluogo Capua.[2]La campagna di Roma non è dunque altro che l'antico Lazio, separato dal paese dei Tusci per mezzo del Tevere. Dopo Costantino il Grande cessò di esser chiamata Lazio ed assunse il nome di Campagna, comprendendo nel medio-evo una buona parte del così detto "Ducatus Romanus".
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