Qui fu rinchiuso lo sfortunato Corradino, dopo la battaglia di Tagliacozzo, e di qui egli fu condotto al patibolo a Napoli.[13]Bonifacio VIII fece distruggere questo Castrum Montis Prenestini, antica rocca dei Colonna e centro della loro signoria nella Campagna. Si possono leggere anche oggi le lagnanze dei Colonna al papa, in un documento del 1304, dove è scritto: "Egli ha anche demolito la rocca dell'antico monte Prenestino, Rocca nobilissima, che comprendeva splendidi palazzi e mura antichissime costruite dai Saraceni (Saracenico opere), con grandi macigni, al pari delle mura delle città, ed inoltre l'importantissima chiesa di S. Pietro, edificata sull'area di un monastero. Egli ha atterrato tutto ciò, insieme ad altri palazzi ed alle case, in numero di circa duecento". Il celebre Stefano Colonna però fece ricostruire la città e la rocca, ed oggi ancora si può leggere sopra la porta della rocca rovinata e sotto lo stemma dei Colonna, la seguente iscrizione:
MAGNIFICVS DNS STEFAN DE COLVMNA REDIFICAVITCIVITATEM PENESTRE CV MONTE ET ARCE
ANNO 1332
Preneste fu del resto uno dei paesi storici più antichi del Lazio, e pare sia stato dimora attribuita al favoloso re Cecolo, nome che sembra una trasformazione dell'antico re Cocalo di Agrigento, famoso per il mito di Dedalo. La veduta da questo[14] punto dei monti Sabini, che si levano severi e maestosi, è grandiosa ed imponente.
Non chiederò a' miei lettori di seguirmi fra le rovine dell'antica Preneste disseminate nelle vigne, sotto l'odierna città, dove formano una specie di labirinto di volte e di stanze, e dove ancora si trovano preziosi oggetti di antichità; non chiederò questo a' miei lettori, perchè tali escursioni sono faticose ed in genere quasi inutili.
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