A Genazzano del resto non mi sono dato cura nè di antichità, nè di ricerche archeologiche, e mi sono invece abbandonato interamente al piacere di goder le bellezze naturali e di conversare con quella buona popolazione. Non volendo unicamente trascorrere il mio tempo ad ammirare l'azzurro del cielo od a parlare solo della storia delle famiglie, voglio ora discorrere, da campagnolo, dei vigneti ed accennare come qui si mangi e si beva. Il momento veramente non è il più adatto, poichè le viti sono ancora devastate dalla crittogama ed il granturco corre rischio di andare tutto perduto, non essendo da due mesi caduta una stilla d'acqua.
Un giorno, dopo aver percorso un sentiero selvaggio fra due siepi di rovi, sono arrivato in un vigneto, dove, in un luogo tranquillo e ombreggiato da bellissime piante di olivo, mi sono seduto e, tratto fuori un libro legato in pergamena, mi[24] sono sprofondato nella lettura. Il cane della casa dove abitava, Moringa, mio compagno di passeggiata, fedele ed inseparabile che mi guidava sempre nei siti più belli, stava accovacciato ai miei piedi, quando ad un tratto cominciò ad abbaiare; alzai gli occhi e vidi alla distanza di cinque o sei passi una donna assai ben vestita, che mi fissava con segni di viva paura.
Buon uomo, mi disse che fai tu costì?
(Nella campagna romana come nell'Abruzzo tutti generalmente si danno del tu).
Perchè me lo chiedi, buona donna?
.
Perchè son certa che quello che stai facendo, è cosa cattiva, mi rispose essa alzando le spalle in segno di disprezzo; e soggiunse: ciò non sta bene
| |
Genazzano Moringa Abruzzo
|