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      E' facile immaginarsi con quale ansietà questa gente segua le diverse fasi del raccolto del granturco. Verso la fine di luglio la pannocchia comincia a formarsi, ed allora ha bisogno di acqua. Quest'anno non piove: il calore è straordinario e la popolazione ne è costernata e rivolge preghiere al cielo per aver la pioggia. Tutte le sere hanno luogo processioni, che mi rammentano[34] solennità pagane, quelle feste "rubigales" della Roma antica, nelle quali si portava in giro per la via Appia, votisque vocabitis imbrem, la pietra della pioggia; e non ho mai potuto osservare queste processioni senza stupore. E' veramente strano di ritrovarsi ai nostri tempi in mezzo ad un popolo che conserva l'ingenua credenza di poter sopprimere, modificare o accelerare con preghiere e canti lo svolgimento delle immutabili leggi della natura. Ogni sera le donne di Genazzano percorrono le vie del paese a due a due, con un fazzoletto rosso in testa, che scende a forma di velo sulle spalle, e che portano sempre allorquando entrano in chiesa: le precede il clero con l'imagine di un santo. Cantando e mormorando preghiere, arrivano alla piazza maggiore e quivi con un fervore che confina col parossismo, gridano più volte: Grazie, grazie, Maria! E questo grido, ripetuto da centinaia di bocche, echeggia nell'aria. "Et Cererem clamore vocant in tecta" (VIRGILIO). Ogni sera s'implora un nuovo santo, ma tutti sono sordi alle ingenue preghiere.
      La mia padrona - che era una donna abbastanza colta per la sua condizione, e non possedeva inoltre nessun campo seminato a granturco - una sera, mentre eravamo a tavola e ad un tratto echeggiarono fuori[35] le grida di Grazie, grazie, Madonna! mi disse: "Perchè seccare in questo modo i santi del cielo?


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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