Pagina (41/270)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E' un paese di splendidi monti dall'aspetto selvaggio, che si stendono da Ferentino in su verso le province napoletane. Il popolo là porta le "ciocie", calzatura molto semplice che dà al paese il nome di "Ciociaria." Trovai in uso questa calzatura anche prima di Anagni. Impossibile concepire una calzatura più primitiva, e si può anche dire più comoda di quella: ed io ho sinceramente invidiato ai ciociari le loro ciocie. Esse consistono in una semplice suola di cuoio di asino o di cavallo forata; si avvolgono intorno al piede e si fissano per mezzo di cordicelle passate attraverso ai buchi, in modo che il sandalo quasi lo fascia; la gamba poi è avviluppata sino al ginocchio da striscie di tela grigia. Così calzato il ciociaro si muove liberamente nei campi e sui monti, dove zappa la terra o conduce a pascolare le sue pecore e le sue capre, vestito del suo bigio mantello, o di una pelle di montone, con la piva appesa al fianco. Si vede subito che quei sandali sono classici. Diogene li avrebbe certo portati, se non fosse andato a piedi nudi, e Crisippo ed Epitetto li avrebbero potuti celebrare in un trattato sulla semplicità del saggio e sulla sua moderazione dei desideri. Quando questa calzatura è bene aggiustata e quando le striscie di tela sono ancora nuove, è bella a vedersi; ma, quando le ciocie e le striscie[51] sono logore e vecchie, prende un aspetto povero e cencioso. E siccome in tale stato sono generalmente le ciocie di questa gente, così il popolo che le porta, appare molto miserabile ed il suo nome vien disprezzato e talvolta usato come una vera ingiuria.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





Ferentino Trovai Anagni Crisippo Epitetto