Giunti alla loro meta tutti sembrano aver dimenticato ogni stanchezza, l'esaltazione ed il fervore religioso anima i loro volti, si prosternano davanti alla chiesa, con le mani giunte intorno al bastone e col loro fardello ancora in testa, e ad alta voce cominciano a cantare le litanie; poi si rialzano gridando a squarciagola "Grazie, Maria!" e salgono con i ginocchi la gradinata. Qua e là si vedono delle donne baciare o leccare colla lingua il cammino percorso, spettacolo abbastanza ripugnante, ed il ricordo di Carlomagno, che salì esso pure in questo modo bigotto i gradini di S. Pietro, non vale a mitigare il disgusto.[53]Non mancano neppure, di quando in quando, delle scene orribili; ho visto un giorno, per esempio, un infelice che si trascinava con le mani e coi piedi; fu portato in chiesa dentro una coperta, mentre urlava come un lupo. Mi dissero che egli era colpito da quella malattia che nel Lazio è chiamata del lupomanaro. Un'altra volta ho visto una donna che è rimasta a lungo dinanzi alla cappella della Madonna urlando furiosamente: mi hanno narrato che era indemoniata.
I pellegrini si trascinano senza posa sui ginocchi per la navata laterale della chiesa e passando davanti alla cancellata cantano, pregano, e gridano a squarciagola: "Grazie, Maria!" e questo grido risuonava con tale spaventosa energia che il febbrile delirante fervore, da cui era ispirato, mi fece una profonda impressione.
I ceri ardono, la notte è discesa, i pilastri della chiesa gettano grandi ombre sul pavimento, lasciando alcune figure nella completa oscurità, mentre altre restano avvolte in una magica penombra ed altre ancora sono illuminate da riflessi di luce.
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