Veramente ne trovai pochi a Paliano, appena una trentina di ritratti, intorno ai quali il guardiano non seppe darmi alcuna informazione. La sua testa era ancora più vuota, più disordinata del palazzo dei suoi padroni, e tutti i ricordi del passato erano completamente sfumati nella coscienza di questo essere moderno.[66] Quanto avrei dato per sapere il nome di quella bella donna pallida, dagli occhi nerissimi, vestita di un abito di velluto rosso! Eppure non domandavo che un nome! Era forse Felice Orsini, o Lucrezia Tomacelli, o Diana Paleotti? Oppure era quella stessa infelice duchessa di Paliano, di cui la tragica fine fu uno dei più strani romanzi del suo tempo? Essa però non fu uccisa in questo palazzo, ma in un altro castello di suo marito.
Nella piccola galleria non manca neppure il ritratto di un astrologo, che ci siamo abituati a considerare quale spiritus familiaris di ogni nobile castello antico; un vecchio dalla barba lunga e bianca, con un'ampia veste di velluto. Il suo abbigliamento è in armonia con i mobili massicci e severi di quei palazzi medioevali, dove i nostri abiti alla francese ed i nostri candidi guanti sembrano eccessivamente ridicoli. L'astrologo di Paliano era, secondo l'iscrizione, Nicolaus Colinus de Paliano, astrologus insignis.
Nelle altre sale, alle pareti sono appesi panorami e piante di molte città, quali Madrid, Parigi, Venezia, Firenze e Genova.
Le sale sono di mezzana ampiezza e sembrano stanze di una casa di campagna, se si paragonano alla principesca sala di ricevimento che si ammira nel palazzo Colonna a Roma.
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