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      Si vedono anche i monti Laziali, di modo che da questo punto senza sforzo alcuno l'occhio abbraccia la maggior parte del Lazio.
      Ben diverso invece č il paesaggio, se si guarda dal lato opposto della piazza, e soltanto allora si comprende la posizione di Anagni. La collina, sul margine estremo della quale č costruita la cittą, appare unita alla Serra, e si stacca da questa con una curva a forma di falce. La roccia č scura, ripida e brulla, e dal paese si sale in una regione selvaggia, dove č il villaggio di Monte Acuto, un erto e nero castello, che prende nome dalla vicina altura.
      Nell'osservare questa posizione non ci si stupisce pił che Anagni sia stata nel medio evo preferita da tanti papi come[73] luogo di rifugio e di villeggiatura, essendo una cittadina nell'aperta campagna, posta su di un'altura che ne rende l'aria salubre, mentre le sue rocce e le alte mura la fanno un forte baluardo.
      Del resto la cittą deve la sua importanza storica soltanto al medio evo. Sebbene sia stata capoluogo degli Ernici, forte tribł del Lazio, essa non ha avuto alcuna importanza al tempo dei Romani, e, dopo essere stata da questi soggiogata, rimase sempre una piccola cittą sottomessa. Anche oggi qualche rovina ci ricorda il dominio romano; qua e lą si vedono avanzi di mura ed a nord della cittą una fila di archi giganteschi che si appoggiano sull'erta scoscesa della collina. Questo caratteristico monumento dei tempi romani offre una vista imponente. Non esistono pił tracce dell'antica rocca, la quale molto probabilmente occupava il punto dove oggi sorge il duomo.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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