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      Il giorno in cui vi arrivai, c'era mercato. Le strade e le piazze, ingombre delle frutta d'agosto, fichi, pesche, albicocche e grosse pere, offrivano un lieto spettacolo, ed erano gremite di gente. I montanari, alti, nerboruti, con le loro giubbe scarlatte, coi sandali e i cappelli di feltro a punta ornati di fiori, mi ricordarono che mi trovavo nel Latium ferox di Virgilio, i cui abitanti robusti ed energici hanno conservato durante tutto il medio evo il loro carattere.[103]Le strade sono quasi tutte strette, oscure e cupe, tutte le case essendo costruite in tufo scuro, di rado imbiancate con la calce. Rimasi stupito di trovarne buon numero che avevano l'aspetto di palazzi, nome che vien dato nelle città romane ad ogni casa, che abbia un portone, tanto più se appartiene ad antica famiglia patrizia. In Alatri dovettero essere dunque moltissime le famiglie nobili che fiorirono durante i secoli XV e XVI, giacchè la maggior parte dei palazzi della città appartiene a quell'epoca. Hanno generalmente il tetto piatto, molto sporgente, e la facciata in massi quadrati tagliati molto regolarmente in pietra calcarea, il cui colore scuro produce un bellissimo effetto. Le porte sono di architettura gotica, ad archi snelli; ne osservai sei in un bel palazzo; su di esse posava un cornicione di squisito disegno e sopra questo erano sei finestre di splendide proporzioni. Tutte le finestre in Alatri sono di stile gotico-romano, molto simili a quelle degli antichi campanili di Roma, e sono formate da due archi divisi nel mezzo da una colonnetta.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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