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      Talvolta la natura ribelle infrange con violenza la regola, che gli preclude la rivelazione divina della vita, ed il muto volontario comincia a parlare, ed è punito subito colla flagellazione. Può darsi che fra questi monti[133] sereni e muti, il tormento del silenzio sia più sopportabile che altrove, perchè qui pare che la voce d'Iddio parli sola nello stormire del vento, fra le foglie del bosco, nello scrosciare impetuoso del Cosa selvaggio, nella bufera che imperversa fra lampi e tuoni, su quelle alte cime. Che spiriti tetri e melanconici devono giungere a plasmare la natura, le celle e la regola del convento! Se lo sguardo avesse la potenza di penetrare in queste anime chiuse certamente vedrebbe le cose più straordinarie.
      Da queste riflessioni mi liberò felicemente la cena, e quando il servitore mi annunciò che essa era pronta, l'appetito e la curiosità erano ugualmente grandi. Nel convento non si mangia carne ed anche l'ospite deve sottomettersi alla regola, invece si può avere olio ed aceto a piacere. La mia cena era così composta: Maccaroni all'olio, senza formaggio, cucinati alla perfezione insieme con erbe squisite cresciute in quei monti, fagioli verdi, freddi, conditi con olio e aceto, un fiasco di vino, più che mediocre con una punta di aceto, e per finire un pezzo di torta cotta coll'olio. Quantunque cercassi di fare onore ai miei ospiti potei mangiare ben poca di questa roba e mi contentai dei maccheroni e del pane eccellente. Appena mangiato uscii per vedere come fosse stata trattata la mia guida, e mi disse che[134] gli avevano dato del pesce freddo ed una pagnotta di pane.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





Iddio Maccaroni