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      I Pamphili impiegarono le loro ricchezze nell'innalzare principeschi e maestosi edifici; il nipote d'Innocenzo X costruì presso la porta di S. Pancrazio la villa più bella e più grandiosa di Roma; fabbricò sul Corso il magnifico palazzo che porta anche oggi il nome della famiglia Doria e vi pose la famosa galleria di quadri, che è una delle più ricche di Roma. Innocenzo stesso edificò il palazzo Pamphili presso la chiesa di S. Agnese, questa pure da lui fatta ricostruire, e fece innalzare su disegno del Bernini, la bella fontana in piazza Navona, che può essere annoverata fra i monumenti migliori della Roma moderna.[148]Questa famiglia ha dunque aggiunto alla fisonomia della Roma pontificia dei nuovi tratti, proseguendo così l'opera iniziata prima con tanto splendore e tanta attività dai Borghese e dai Barberini. In qualunque modo si voglia giudicare lo stile di quel secolo, non si può fare a meno di riconoscergli, nonostante le sue stranezze e le sue esagerazioni nei particolari, una certa grandezza: esso caratterizza nettamente tutta un'epoca, quella del lusso baronale, del fiorire di una splendida e ricca aristocrazia; l'epoca in cui i baroni oziosi, dissoluti, vestiti di raso e di trine, sfoggiavano le loro ricchezze, la loro eleganza in quelle ampie sale, facendo mostra di quell'opulenza che il sudore dei poveri contadini procurava loro. La rivoluzione francese ha posto fine col ferro e col fuoco a questo periodo di dissipazione e di prodigalità. In questo secolo i papi non hanno più edificato.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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