La chiesa contiene due statue moderne, consacrate a due uomini illustri, a cui Segni si vanta di aver dato i natali, il papa Vitaliano ed il vescovo Brunone. Vitaliano da Segni fu papa dal 657 al 672, nel periodo cioè più obbrobrioso di Roma quando la città era soggetta ai bizantini. Fu lui che ospitò l'imperatore Costanzo II, allorquando nel 663 venne a Roma a toglierle tutte le opere d'arte, sfuggite alla rapacità dei Vandali. Costanzo strappò perfino alla cupola del Pantheon le lastre di bronzo dorato che la ricoprivano, per portarle a Bisanzio.
L'altra statua, mediocre essa pure come opera d'arte, sorge di fronte a quella di Vitaliano.[7] Brunone nacque ad Asti nel Piemonte, fu raccomandato a Gregorio VII e più tardi da Urbano II fatto vescovo di Segni. Contrariamente alle prescrizioni canoniche, abbandonò la sede vescovile e si ritirò a Montecassino, dove l'abate Oderisio l'accolse fra i seguaci di S. Benedetto.[160] Sebbene il papa Pasquale II gli avesse intimato di restituirsi alla sua sede episcopale, egli rimase a Montecassino, di cui divenne poi abate, e dettò ivi, nella tranquillità del chiostro, le sue opere di esegesi.
In seguito alla lotta d'investitura, questo stesso papa Pasquale fu fatto prigioniero da Arrigo V e, cedendo alla forza, promulgò un editto con cui veniva riconosciuto all'imperatore il diritto d'investitura. Ma non appena Arrigo fu tornato in Germania, i cardinali ed i vescovi spinsero Pasquale a revocare il decreto ed a rompere il suo giuramento; e fra i più zelanti ad indurlo a far questo fu Brunone, che abbandonò Montecassino e fece ritorno nella sua diocesi, dove morì nel 1123. La Chiesa lo santificò nel 1183.
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