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      Gli abitanti di Segni hanno anche un altro luogo di passeggiata, nella valle, di fronte alla porta della città: essa conduce prima ad un convento, nascosto fra le piante, e poi sale per le montagne. Vi abbondano castagni giganteschi, quercie ed olmi; qui vi è solitudine e incantesimo romantico, quanto ne desidera il cuore.
      Era venuta la sera e gli abitanti di Segni erano accorsi colà in gran numero. Qui le classi superiori si vestono già secondo la moda francese, ma il popolo è rimasto fedele al suo costume montanino. Nel basso Lazio le donne portano dei fazzolettoni rossi; nella pianura i colori sono più vivaci e più vivaci sembrano essere gli spiriti, perchè la vita v'è più facile che sui monti severi e selvaggi, avvolti nelle nubi. Qui le donne portano degli scialli di lana di color turchino cupo, e la tinta di questi scialli, o mantiglie, come si chiamano in Sicilia, m'è sembrata armonizzare con tutto il paesaggio di Segni. Il turchino ed il nero[164] sono i soli colori che ho visto indosso a quella gente.
      Per quanto sia grandiosa e bella la posizione di Segni, non sarei capace di passarvi un'estate. Quelle nere pietre, quella natura melanconica e demoniaca avrebbero ben presto reso silenziose le Muse. Inoltre vi soffia quasi sempre un vento terribile; in estate tutti i giorni sulle montagne vicine si accumulano delle nubi che si rovesciano poi ad un tratto su Segni.
      Del resto sono riuscito a trovare un buon alloggio in questo luogo; l'unico albergo della città è pulito ed i prezzi vi sono moderati, come lo sono generalmente sempre nei paesi di montagna.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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