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      Tra le figure storiche non saprei paragonarlo, per origine, condizione e per ombra di passeggera grandezza, che a Giovanni di Leida, il momentaneo re di Münster. Questi era sarto, e in Germania quella dei sarti è la classe più irrequieta; veri napoletani, pulcinella, avventurieri nati, Giovanni di Leida però è stato più grande di Masaniello, perchè in certo modo vagheggiò un'idea, cosa possibile questa soltanto a sarti, non a pescatori. L'uno e l'altro furon figure bizzarre, fatte apposta per il teatro lirico. Ma era ben naturale che sul suolo napoletano l'antica stirpe dei pescatori che vi è più rappresentata che altrove, avesse una volta anche un re.
      Ho visto a Napoli, nella pinacoteca un ritratto di Masaniello, opera dello Spadaro, suo contemporaneo: è rappresentato nel costume dei lazzaroni, cioè scamiciato, col petto scoperto, abbronzato dal sole, e con la pipa di gesso in bocca, e appunto così stanno seduti dinanzi a noi sulla spiaggia i pescatori napoletani. Se non che il pittore gli ha posto in testa un berretto alla spagnuola, ornato di penne, rappresentando così in modo felice la singolare contraddizione della sorte di quest'uomo. La[208] sua fisonomia non ha nè nobiltà, nè espressione; la sua faccia è larga, grassa, di una mollezza quasi femminile; il suo sguardo ha qualcosa di astuto, di equivoco. Questo ritratto è prezioso perchè è fedele e contemporaneo: in esso si riconoscono le caratteristiche del pescatore napoletano, e Masaniello infatti non fu nè un mezzo eroe, nè un mezzo re Lear, quale il melodramma l'ha voluto rappresentare.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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