Poco prima della sua morte venne qui ed Astura gli fu fatale. Vi si era rifugiato in primavera, non appena aveva saputo che sarebbe stato compreso nelle liste di proscrizione; Plutarco narra che si era qui imbarcato per fuggire in Macedonia, presso Bruto, ma che aveva poi cambiato idea ed era tornato a terra. Con l'intenzione di recarsi a Roma per cercare di commuovere Ottaviano, partì da Astura e prese la via della città ma, fatte appena dodici miglia, fu colto da paura e tornò indietro rapidamente. Salito su di una lettiga, si avviò verso Gaeta, ma raggiunto per via dai cavalieri che lo inseguivano, in un punto che viene anche oggi additato, fu da quelli ucciso.
Strana coincidenza! Lo stesso Ottaviano fu preso nella medesima Astura, a quanto narra[241] Svetonio, dal male che pose fine a' suoi giorni. Venne qui poco prima della sua morte, nell'ultimo suo viaggio per la Campania. "Al principio del suo viaggio venne ad Astura, ed essendosi trattenuto, contro la sua abitudine, all'aria libera, di notte, per godervi il fresco, fu colto da dissenteria e ciò fu l'inizio della sua malattia". Dopo una breve dimora a Capri, morì a Nola.
Nè qui finisce l'influenza fatale di Astura: anche il successore di Augusto, Tiberio, si ammalò in questo luogo poco prima della sua morte. Ecco ciò che narra Svetonio: "Ritornò in tutta fretta in Campania e, giunto ad Astura, vi cadde ammalato. Riavutosi un poco, s'imbarcò per il capo Circeo". Essendosi quivi il male aggravato, colto da paura, egli s'imbarcò di nuovo, e prima di poter arrivare a Capri, fu costretto a scendere a terra, al capo Miseno, dove spirò.
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