Pagina (185/270)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Era un orribile e bello spettacolo il vedere quegli stupendi animali correre avvolti in una nube di polvere!
      Riuscimmo ad arrivare nel fitto della macchia e, con le mani insanguinate pelle spine, ci cacciammo nei cespugli, da dove potemmo vedere, fra la polvere, il luccichio delle corna dei tori, mentre si udiva sotto i loro piedi lo strepito dei rami infranti.
      Non vidi mai il terrore meglio scolpito sopra un volto umano come allora su quello del mio compagno e il mio spavento non era punto minore. Finalmente tutto tornò silenzio intorno a noi: la mandra furiosa aveva proseguito la sua corsa verso il mare. Riprendemmo la nostra strada per la foresta e, spiando continuamente se i tori riapparivano, uscimmo alla fine dal bosco e sbucammo sulla libera spiaggia. Credo di non aver sentito mai un'eguale soddisfazione nel rivedere il mare e mi toccava proprio provare ad Astura, sulle tracce di Corradino, quali siano le ambasce di una fuga precipitosa, col pericolo della morte alla gola. Si sarebbe detto che uno spirito maligno, il demone di quel luogo maledetto, avesse destato in me tante dolorose memorie e avesse voluto darmi un'idea precisa di[245] quanto ivi soffrì il povero Corradino. Gli animali selvaggi furono però più compassionevoli verso di noi che non gli uomini per Corradino.
      Proseguimmo la nostra strada e ci fermammo di nuovo per riposarci sulle rovine del palazzo romano, dalle quali il melanconico castello appariva ancora più bello e più espressivo nell'incerta luce del tramonto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





Astura Corradino Corradino Corradino