Un documento del 3 maggio 1259 dice che Pietro Fernandi, maestro dell'Ordine dei Templari in Italia, per autorizzazione[254] del maestro generale Tommaso Berardi, assegnava al vice cancelliere Giordano in cambio del casale Piliocta (oggi Cecchignola, sulla via Ardeatina), il villaggio Sancti Felicis sul monte Circego, appartenente per diritto all'Ordine, ottenuta la approvazione della casa romana dei Templari sull'Aventino (oggi priorato di Malta). Era questi il medesimo cardinale Giordano che come governatore della Campagna romana e della Marittima, nove anni più tardi, compariva colle sue truppe dinanzi ad Astura per chiedere, in nome della Chiesa, ai Frangipani la consegna di Corradino, cosa che non potè ottenere, come è noto, disgraziatamente per l'ultimo degli Hohenstaufen.
Giordano era un nobile di Terracina, della potente casa dei Peronti. Egli riunì a Terracina la rocca Circea che rimase alla sua famiglia fino a tutto il secolo XIII, nel qual tempo passò agli Anibaldi di Roma, dai quali nel 1301 la ebbero i Gaetani.
La potenza di questa famiglia derivava allora tutta da Bonifacio VIII; suo nipote Pietro possedeva già le città volsce di Sermoneta e di Norma e una gran parte del territorio pontino, ricco di bestiame, da Ninfa al mare. Pietro Gaetani diede principio a questo ricco possesso - che i suoi discendenti godono ancora - coll'acquisto[255] del capo Circeo. Lo acquistò con tutte le terre dipendenti e ancora i Gaetani portano il nome di San Felice, e insieme acquistò per 2000 fiorini d'oro il lago di Paola, da Riccardo Anibaldi, signore della torre delle Milizie in Roma.
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