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      Il capo è apparso tutto scoperto dinanzi a noi, illuminato dal sole matutino con una luce tranquilla e tutto l'incanto è finito.
      Poche cose nel mondo tollerano una troppo grande vicinanza, o piuttosto il rapporto della nostra immaginazione con esse non le sopporta. I monti, come gli uomini e le loro imprese, i grandi e la loro fama, hanno bisogno di un velo di luce e d'aria che li renda misteriosi alla nostra immaginazione[257] e tenga lontana l'indagine critica; quanto più piccoli sembrerebbero essi se le loro leggende fossero d'un tratto demolite dalla vicinanza del tempo e cadesse l'illusione che li avvolge! Profondo è il simbolo dell'Iside velata!
      Come appare magico e misterioso il promontorio Circeo guardato dalla lontana Astura, dai monti Volsci o da quelli Laziali, ed anche da Terracina, quando cade la sera! Ora invece mi appariva grigio e verde, simile a molti altri monti; spariva quella forma insulare che aveva assunto nella lontananza e lo vedevo scendere verso la pianura pontina con una larga striscia di terra. Le belle forme sparivano e profonde selve coprivano i suoi fianchi fino alla sommità, mentre questa da lontano sembrava rocciosa e nuda, scintillante di riflessi solari!
      Prendemmo terra a Torre Vittoria, dove il piede del promontorio si perde sul lembo della spiaggia, senza però avere un luogo di approdo in forma di porto. Non vi erano pescatori, nè barche. La torre è un edificio quadrato, dicesi costruita dai Gaetani. La sua guarnigione è stata soppressa, come quella di tutte le torri marittime, alla caduta del governo pontificio.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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