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      La figura di lui, popolare anche colà dove provocava timori anzichè speranze, pareva avere un'influenza veramente magica e non dovevo tardare ad averne la conferma nel napoletano.
      Nel medio evo correvano per la Campagna i nomi di Nicolò Piccinino, di Fortebraccio da Montone, di Sforza d'Attendolo e di altri capitani di ventura, divenuti famosi per cento scorrerie, battaglie e conquiste di città. In realtà però non erano che audaci briganti e le loro gesta guerresche furono per l'Italia peste obbrobriosa:[290] l'eroe popolare di oggi, Garibaldi, ha invece consacrato la spada e la vita al riscatto della patria sua.
      Montai nuovamente a cavallo, per continuare il mio cammino, quando il sole al tramonto tingeva con le sue più belle tinte i monti di Arpino. Dal monastero al confine napoletano non v'è più di un'ora di strada. Fa sempre un particolare piacere trovarsi in un paese di confine. Là dove i popoli, gli stati confinano, si trova un carattere intermedio, una certa vivacità di spiriti: gli abitanti dei confini generalmente stanno in guardia, gli uni contro gli altri, mentre gli uomini che vivono nel centro degli stati diventano facilmente indolenti, ai confini sono sempre irrequieti, mobili, avidi di novità, furbi e infidi, perchè sempre in contatto coi forestieri. Un nuovo orizzonte si apre davanti ai loro occhi, li spinge ad investigare, a paragonare, li rende proclivi al biasimo, alla critica. Il passaggio da uno stato ad un altro produce sempre una singolare incertezza; per questo la dea Fama abita più volentieri al confine, come nella vita sospetto e invidia sono per lo più demoni bastardi di un confine morale.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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