Sopra all'isola sorge una rupe, alta circa 80 piedi, sulla cui cima torreggiano le rovine di un antico castello. Si ode da lungi il rumore delle acque e avvicinandosi, la vista è rallegrata e dal fiume stesso e dai molteplici canali che vi si versano, dopo aver irrigato giardini, popolati da stupendi platani e pini e ricchi della meravigliosa vegetazione dei paesi meridionali quando sono bagnati dalle acque.
Qui il fiume è già ingrossato, perchè poco sopra riceve il tributo del Fibreno; nè serve solo a rendere fertili i campi, poichè dà moto anche a parecchie fabbriche di panni e di carta che danno lavoro a varie migliaia di operai e diffondono così il benessere e l'agiatezza nella regione.
Così Isola come Sora sono paesi industriali e la buona strada che li congiunge è fiancheggiata da opificî, da villini e da giardini. E' un'oasi di meravigliosa coltivazione sorta dal principio di questo secolo; e rallegra il trovare finalmente in queste regioni, tanto belle e tanto trascurate, lo spettacolo dell'attività umana.
Mi recai, al chiarore della luna piena, a Sora che dista appena un'ora di strada, su di uno char-à-banc, come si chiamano[296] qui i curricoli napoletani, con parola francese, poichè l'uso di questi carretti a un cavallo comincia già qui e come a Napoli il povero ronzino vien spinto al galoppo a furia di frustate. La luce della luna rendeva ancor più bella quella strada, di per sè già così suggestiva e tutte quelle costruzioni moderne, poichè la prosperità di Sora e d'Isola non risale che al principio di questo secolo; essa produce oggi una profonda impressione in chi viene dalle provincie romane, dove tutto è antico, dove tutto appartiene al papato, alla storia, dove le cupe ed oscure città sorgenti sui monti risalgono ai tempi di Giano e di Evandro.
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