Vi fu mai altra vita che, al pari della sua, abbondasse di tanti contrasti? Di lui si può dire che fu tra gli infelici infelicissimo, tra i fortunati fortunatissimo
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Il rozzo Mario e l'astuto Silla con la sua fisonomia pallida, col suo aspetto effemminato, svogliato, sprezzatore di tutto, e dominatore nel tempo stesso di ognuno e di tutto, accompagnati dalla fortuna, sono due delle figure storiche più caratteristiche dell'antica Roma.
Intanto, sulla piazza di Arpino, la cosa cui meno si pensasse quel giorno, 4 ottobre, era certo la storia romana; poichè ricorrevano l'onomastico del re Francesco II ed il genetliaco della regina sua consorte ed i ritratti della giovine coppia reale stavano esposti in una specie di[319] loggia del palazzo municipale e così si ammirava l'immagine di una graziosa principessa bavara, di una figlia di quei Teutoni e di quei Cimbri vinti un giorno dal terribile Mario. Sulla stessa piazza sorge un grande edificio, nella cui facciata stanno entro apposite nicchie i busti di Mario, di Cicerone e di Agrippa, poichè anche quest'ultimo, secondo i buoni Arpinati, nacque nella loro città. Sotto i busti si legge questa iscrizione: Arpinum a Saturno conditum Romanorum Municipium, M. Tullii Ciceronis, C. Marii, M. Vipsanii, Agrippae Alma Patria. Quest'edificio si chiama Collegio Tulliano e lo occupano i gesuiti. Le finestre erano tutte aperte e si vedevano i padri con la loro sottana nera prendere parte anche essi alla festa. Sulla piazza sonava una banda vestita in modo arlecchinesco e si gridava Viva il Re! La banda si mosse ed andò solennemente incontro al giudice che prese posto dietro non già rivestito di toga color porpora, ma in marsina nera e coi guanti; al suo fianco stavano il sindaco e il primo eletto pure in abito nero.
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