La sua posizione, su di un ruscello, non ha nulla di speciale, senonchè bellissimi per ricchezza e per frescura di vegetazione sono i suoi dintorni e stupendo è il panorama che vi si gode. Esistono ancora presso il paese alcune rovine della città romana, avanzi di porte, di mura, reliquie dei templi di Cerere e di Diana; in complesso però nulla di notevole. Presso il ruscello sono le rovine di una chiesa del secolo XI, S. Maria[327] Libera, basilica a tre navate, sulla cui porta si scorge ancora una Madonna in mosaico, opera bizantina ben conservata. Vicine le une alle altre sorgono così le rovine dell'Aquino romana e dell'Aquino medioevale; a queste due epoche appartengono le celebrità della città.
Aquino si può vantare di aver dato i natali a uno dei meno famosi imperatori romani, a Pescennio Nigro che vi nacque in umile condizione come Mario. Prode soldato, si distinse quale generale in Siria; dopo l'uccisione di Pertinace vestì la porpora, ma la dovette cedere presto all'africano Settimio Severo che lo sbalzò dal trono e lo fece prima imprigionare, poi decapitare. Maggior gloria procurarono ad Aquino due altri suoi figli. Sono due tipi che rappresentano due epoche e che si possono l'uno all'altro contrapporre, come le rovine di un tempio romano a quelle della basilica di S. Maria Libera. Quale maggior contrasto, infatti, di quello che passa tra Giovenale e S. Tommaso d'Aquino, fra il grande poeta satirico della corruzione pagana di Roma ed il più grande filosofo della sacra teologia scolastica, che ebbe il nome di Dottore Angelico?
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