[13] Secondo questo, Bracciano apparteneva in quei tempi alla famiglia dei Prefettani o dei prefetti della casa di Vico, potente nell'Etruria, che aveva ridotto ereditaria fin dal XII secolo, la prefettura della città di Roma. Questa famiglia, tedesca di origine, violenta, ghibellina e nemica del papa, si impadronì anche di Viterbo e di Orvieto e tramontò solo nel 1435, allorchè il terribile Giovanni Vitelleschi fece decapitare nel castello di Soriano l'ultimo prefetto, Jacopo di Vico.
[350]La Chiesa confiscò i beni prefettizi; alcuni però furono comprati da Everso, il brigantesco conte d'Anguillara, la cui stirpe orsina aveva da lungo tempo preso piede sul lago di Bracciano. Anche la prefettura di città passò nel 1435 agli Orsini, cioè a Francesco, primo conte di Gravina, un antenato di quel ramo che solo di tutto il casato, sussiste ancora in Roma.
Gli Orsini possedevano Bracciano già nel XIV secolo, essendo Martino V Colonna stato costretto a confermare il vicariato di quel castello ai fratelli Francesco, Carlo ed Orsino Orsini nell'anno 1419.
Dipoi sul lago signoreggiarono il ramo più antico di Anguillara ed il ramo di Bracciano che possedeva molti altri castelli etruschi.
La casa di Bracciano brillò nel XV secolo grazie a due celebri capitani di guerra, Napoleone e suo figlio Virginio. Napoleone (questo nome di battesimo è stato in uso presso gli Orsini sin dai tempi antichi) edificò il castello di Bracciano, quello che tuttora rimane e dopo esser divenuto il più potente dei feudatari del suo tempo, morì a Vicovaro nel 1480. Virginio ereditò i suoi beni e la sua gloria.
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