Soltanto ambiziosi pensieri di dominio, di potenza e di guerra potevano agitarsi entro queste mura; la voce della grazia e della musa risuonava qui assai raramente. Ben diverso era il principesco castello d'Urbino, il più bel monumento del rinascimento in Italia, della stessa epoca. Me ne sono ricordato a Bracciano. Colà il geniale Federigo di Montefeltro, padre di quel Guidobaldo che assediò il[357] castello di Bracciano, formò la sua celebre biblioteca, vi eresse molte statue e ne fece una delle più dotte accademie del suo tempo.
Nelle sale del castello pendono, come in quasi tutti i manieri baronali, molti ritratti di famiglia, quasi tutti però del XVII secolo.[17] I ritratti della famiglia Orsini, se alcuno li possedesse e li riunisse insieme, formerebbero certo intere gallerie e nella lunga fila di ritratti femminili ogni celebre casa aristocratica d'Italia sarebbe rappresentata. La mia cicerona, disgraziatamente, non me ne seppe nominare alcuno. Forse avrei potuto trovare quello d'Isabella Orsini. Mi si mostrò invece la stanza di questa disgraziata principessa che, solo fugacemente, può darsi sia comparsa in questo castello.
Alcuni soffitti sono decorati con figure di stucco, ma pesanti e senza gusto; altri sono stati fatti dipingere dal Torlonia, il cui stemma è qui più volte riprodotto. L'arme di chi è venuto su dall'aristocrazia del danaro appare accanto a quella della vetusta casata degli Orsini, come ironia del tempo moderno sul passato feudalismo.[358] Quanti antenati, quante lotte e fatiche, quale lunga storia di guerre, di paci, di convenzioni, di delitti e di virtù dovettero succedersi prima che un Orsini edificasse questo castello e che un altro ottenesse il titolo ducale di Bracciano!
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