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      Tutto ciò non occorreva più al banchiere Torlonia: egli era diventato ricco durante la notte, ed un giorno potè metter fine a tutta quella noiosa storia con un paio di cambiali, ponendo il suo stemma: quattro stelle dorate con quattro grossi ciuffi di raggi d'oro, accanto alla rosa degli Orsini, e sorridendo passeggiare come duca sotto i cento polverosi ritratti del castello. Non è forse il mondo un venale mercato di mercerie e di ciarpame?...
      La mia brava guida mi condusse sui merli del castello e sulla piattaforma di tutte le torri che sono ripianate sulla cima la quale è lastricata. Mi accompagnò quindi al luogo desolato, dove il conte o duca sedeva per render giustizia ai vassalli o ai prigionieri di guerra e poi nelle camere di tortura, nelle carceri chiuse da forti cancelli, ed in altri luoghi, dove veniva eseguita la giustizia, nel buon tempo antico delle torture e della pena capitale, quando ancora non si discuteva in Parlamento l'abolizione della pena di morte.
      Dall'alto delle torri preferii ammirare[359] l'incantevole specchio del lago da una parte e dall'altra la cima del Soratte; quindi lasciai il castello e vagai un poco sotto le alte querce del convento dei cappuccini e infine attraversai il borgo di Bracciano che possiede un albergo, La Piva, dove si sta abbastanza bene. E' poco frequentato; solo nell'estate talvolta si anima per gli ospiti che si recano ai bagni vulcanici di Stigliano e Vicarello, situati vicino al lago, famosi per le loro virtù salutari fin dall'antichità.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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