Quei di Bracciano non hanno alcuna industria, tranne le vicine ferriere. In questo paese notai delle brocche di forma etrusca, che le donne e le fanciulle portano sulla testa alla fontana: questi recipienti di terracotta non vengono però fabbricati qui, ma a Vetralla, una delle castella dell'antico paese prefettizio. Mi ricordai che un tempo v'era in Bracciano una stamperia, da cui, per uno strano caso, nell'anno 1624 era uscita la prima edizione della Vita di Cola di Rienzo, una delle più pregevoli opere della storiografia romana del XIV secolo. Non mi fu possibile trovare alcuna traccia di questo stabilimento, impiantato, chi sa per quale ragione, a Bracciano.
Era mia intenzione proseguire il mattino appresso per Anguillara, lungo il[360] lago; scesi perciò dall'altura del castello per un sentiero selvaggio, giù alla sponda. Anguillara mi attirava per la storia dei suoi conti, alcuni dei quali famosi senatori di Roma nel secolo XIV.
Là fu conte un tempo Orso, il mecenate del Petrarca, uomo colto ed amico delle muse che accolse il poeta ospitalmente nel Castello di Capranica e come senatore di Roma lo coronò poi in Campidoglio. Petrarca si recò senza dubbio da Capranica ad Anguillara ed i suoi occhi videro questo lago delizioso, sulla sponda del quale l'usignolo sembra che chiami a sè il poeta. Cento anni dopo, al tempo di Eugenio IV e di Pio II, era conte di Anguillara il terribile Everso, violento signore d'Etruria, temuto tutto all'intorno. Dopo la sua morte Paolo II conquistò gli undici castelli di lui e fece tradurre il figlio, Francesco, in Castel S>. Angelo.
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