AdAlessandro Manzoni
colla riverenza d'un discepolocoll'amore di un fratello
candidamente offrel'autore
CAPITOLO I
Limonta č una terricciuola presso che ascosa fra i castagni al guardo di chi, spiccatosi dalla punta di Bellagio, per navigar verso Lecco, la cerca a mezza costa, in faccia a Lierna. Cominciando dall'ottavo secolo, fino agli ultimi tempi che fur tolti i feudi in Lombardia, essa fu sempre soggetta al monastero di S. Ambrogio di Milano; e l'Abate fra gli altri titoli avea quello di conte di Limonta.
Sul confine tra il dominio dei monaci e il territorio di Bellagio, segnato ancora al dė d'oggi con una pietra, sorgeva nel 1329 un vecchio castello che fu poi rovinato verso il terminar di quel secolo, e del quale non si conserva pių nessun avanzo.
Questo castello, al tempo da noi indicato, era posseduto da un conte Oldrado del Balzo, i cui antenati doveano, a quel che pare, essere stati anticamente signori di Bellagio che allora si reggeva a comune. Il conte Oldrado, quantunque avesse molti possedimenti in varie parti di Lombardia, passava ivi la maggior parte dell'anno in compagnia della moglie e di una sola figlia, innamorate entrambe, al par di lui, di quel bel cielo, di quel bel lago, di quel clima molle, lieto e delizioso.
Ricca, illustre, potente di parentadi e di attenenze, la famiglia del Balzo era sempre stata la protettrice naturale degli abitanti dei paesi vicini alla sua dimora; e tutti per una lunga tradizione di padre in figlio avevano imparato a riverirne e ad amarne il nome.
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