- Dunque, - tornava a dir l'altro, - bisognerà proprio o lasciarci andar tutti in precipizio, o che uno di Limonta s'abbia a battere col campione del monastero?
- La cosa è qui, nè più nè meno, - conchiuse il padrone.
- Oh se fosse a casa il mio Lupo! - sclamava il falconiere, - se fosse a casa o in un luogo da potergli far giunger l'avviso a tempo, per Dio! che codesti prepotenti non l'avrebbero tanto di bel patto.
- Dimmi un poco, - gli domandò allora Michele, - il tuo Lupo non s'è egli messo per valletto presso Ottorino Visconti?
- Sì, per valletto da principio, quando m'è scappato di casa cinque anni fa, ma adesso è suo scudiere, e quel signore gli vuole un ben dell'anima, e non dà un passo, mi dicono, senz'averlo seco.
A queste notizie il barcaiuolo parve che rinvenisse da morte a vita, e fregando le mani, e dando una giravolta pel salotto, si mise a gridare: - Dunque a Como subito subito, senza perdere un momento!
- Che? sai tu forse che il mio Lupo sia a Como?
- So che c'è Ottorino Visconti, - rispose Michele, e volgendosi al figlio: - L'hai pur veduto anche tu quando ci siamo stati giovedì.
- Chi? quel giovane? quel cavaliere che ci ha salutato là sul molo, e ha parlato con voi?
- Giustamente.
- Oh, se l'ho visto! è quello che era tanto amico del figliuolo qui del padrone, del povero Lionello buon'anima, e una volta veniva fuori in castello a passar dei mesi in sua compagnia.
- Dunque, - ripigliava il vecchio barcaiuolo tutto lieto, - presto a casa a mangiar due bocconi, e via subito, intanto che il lago è buono.
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