Pagina (24/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Intanto Ermelinda, la moglie del conte, se ne stava in un salotto terreno leggendo il vangelo di quel giorno alla sua figlia Bice e ad un'ancella di questa, chiamata Lauretta, tutta cosa di lor due, e figlia del falconiere. Essa soleva far quella lettura tutte le domeniche, da che per l'interdetto non potevano sentirne la spiegazione in chiesa dal parroco. Leggeva in latino, che a quel tempo era ancora inteso per tutta Italia, presso a poco come vi si intende ai nostri giorni il toscano, vale a dire pił o meno, secondo che uno era pił o meno dirozzato, aveva pił o men lettera.
      Erano tutte e tre sedute innanzi ad un tavolino. Ermelinda non oltrepassava i quarant'anni: grande alla persona, augusta negli atti, spirava da tutto il volto una maestą affabile; ma quel volto era pallido e smunto, gli occhi abbattuti; ella parea doma da una cura antica, compagna assidua de' suoi giorni.
      Bice ritraea tutta quanta dalla madre: la stessa grazia nei lineamenti, la vaghezza medesima nei contorni, sua l'aria del viso, suo il mover degli occhi, tutto suo; ma tutto aggentilito dal fiore, dal sorriso della prima etą, tutto rallegrato da quell'aura di pace e di contento, da quel molle e misterioso profumo che esala da un'anima ignara delle tempeste della vita, non ben conscia ancora di sč medesima.
      Quand'ebbe finito, la madre chiuse il libro de' vangeli, e disse all'ancella: - Va un po' a vedere di lą se occorresse nulla a quella povera donna. - Lauretta uscģ e tornņ poi di lģ a poco, riferendo come la ricoverata fosse provveduta di tutto il bisognevole, e riportandole i ringraziamenti e le benedizioni di lei, che s'era riavuta, diceva, da quel grande spavento, e non domandava altra grazia che d'essere condotta col suo bambino lą dove avea cercato rifugio il marito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Ermelinda Bice Lauretta Italia