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      Essa vide tutti gli sguardi rivolti sopra di sè, udì quel fremito che le si destava d'intorno, parte intese, parte indovinò le parole ripetute dalla folla, ed abbassando timidetta le palpebre si fece tutta di porpora in viso. Ma che fu poi, quando il giullare piegando un ginocchio innanzi a lei, e levandosi il berretto dal capo, la proclamò ad alta voce regina della bellezza e degli amori? La fanciulla sgomentita, confusa, tormentata ormai veracemente da un troppo vivo senso di modesto rispetto, di vergogna, s'andava stringendo al padre, e lo supplicava coll'atto del volto che la menasse via, che facesse tacere, che licenziasse quell'uomo; ma il Conte del Balzo, che gongolava tutto di quel trionfo della figlia, non che ascoltar la sua preghiera, la fece adagiare su d'una seggiola in capo alla sala, le si assise egli alla destra, fece segno ad Ottorino che le si ponesse dall'altra banda, e poi che ebbe risposto gentilmente alle accoglienze che gli facevano i cavalieri ivi radunati, rivolgendosi con signorile degnazione al menestrello, si scusò d'avergli colla sua venuta rotto il canto, e pregollo di seguitare.
      - Canterò qualche altra cosa, - disse il Tremacoldo, - e chinata la fronte in una palma misurò due o tre volte a lenti passi lo spazio lasciatogli nel mezzo della sala, intanto che gli uditori gli s'andavan disponendo d'intorno in giro: poi, levando la faccia, cominciò a cantare le lodi di Bice. Dopo d'aver assomigliata la fanciulla al giglio delle convalli, alla rosa di Gerico, al cedro del Libano, dopo d'averla posta al di sopra di quante belle sultane erano in quei dì l'ornamento degli harem d'Egitto e di Persia, di quante nobili donne e principesse eran più lodate nelle canzoni dei trovatori provenzali, la agguagliò a Madonna Laura, alla quale i versi del Petrarca venivano allora preparando una fama che dopo cinque soli secoli si mantien verde e fiorita più che mai; ed augurò alla bella del Lario il cantore della bella d'Avignone, il quale, sebbene non avesse a quei dì più che venticinque anni, era già celebrato per tutta Italia come il primo poeta.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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