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      Fu visto avventarsi contro le onde infuriate e superarle con un ardimento, con una forza che non suol dare che la disperazione, in pochi colpi raggiunse il cadavere, vi stese addosso le mani brancicando nell'acqua, l'afferrò pei capelli; ma preso incontanente da un gentile senso di paterna carità, troppo villano parendogli quell'atto sul corpo amato, gli pose invece la mano sinistra sotto al mento per tenergli alto il capo, e colla destra si mise a batter l'onda tornando verso lo scoglio abbandonato. I barcaiuoli accorsero nella nave presso che sommersa, e di là gettarono al vecchio le corde della vela, alle quali egli abbrancatosi potè giungere in salvo col suo troppo funesto e prezioso peso.
      Adagiò sulla pietra il corpo del figlio, se ne recò il capo su i ginocchi, e chinandosi sopra quello, gli veniva toccando il petto se sentisse battergli il cuore; gli si stringeva addosso seno contro seno, guancia contro guancia, baciandolo per gli occhi, per la bocca, per tutto il volto, alitandogli sopra come per rianimarvi la vita. Un buffo improvviso di vento scosse un tratto un braccio del cadavere che cadea penzoloni e lo fece tentennare: a quel movimento il povero padre fu preso da un soprassalto di speranza, il sangue gli colorì per un istante le gote, parve che gli si rilevassero i lineamenti, gli brillò una luce subitanea negli occhi che teneva intenti nel caro volto; ma accortosi dell'inganno si cacciò le mani ne' capelli, e stendendole poscia coi pugni chiusi verso il lago: - Maladetto vento!


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484