- gridava, - maladette onde! maladetto codesto carcame di barca, e il momento in cui vi ho posto su il piede! Oh vada ogni cosa in perdizione!
Tutti gli stavan dattorno guardandolo come sgomentiti; nessuno osava dirgli una parola di consolazione. Ma il parroco, dopo averlo lasciato qualche tempo al suo dolore, gli si fece più da presso, e invece di volgere il discorso a lui proprio, pose una mano sul capo del figlio ch'esso tenevasi sulle ginocchia, e disse con una viva commozione: - Povero il mio Arrigozzo! tu sei sempre stato un buon figliuolo, timorato di Dio, e amoroso de' tuoi parenti!
- È vero, è vero, - rispose il padre tutto intenerito da quelle lodi date al suo caro, - io non lo meritava un sì buon figliuolo.
- In questi tempi che si corre tanto rischio nella fede, - proseguiva il curato, - sai tu, mio povero Michele, lo so io che non sia stata una misericordia del Signore a chiamarlo intanto che era suo? Via, fanne un dono a Lui che te l'avea dato, e che te l'ha tolto, per fini che non possiamo conoscere, ma che sono sicuramente di giustizia e di pietà per i suoi eletti.
- Oh! ma io che farò al mondo senza di lui? - esclamava il barcaiuolo, - che cosa risponderò alla mia povera Marta tornando a casa, quando mi domanderà: Che hai tu fatto del nostro figlio?
- Il Signore non vi abbandonerà, - insisteva dolcemente il buon prete. - Egli che vi ha dato l'afflizione vi misurerà la forza per sopportarla.
Michele levò gli occhi al cielo, e dopo un momento tornava a sclamare: - Perchè non sono morto io?
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Arrigozzo Dio Michele Marta
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