- Pensate! diceva soltanto... del resto... sapete bene ch'io non sono che una spada nelle vostre mani.
- Ed io me ne varrò fidatamente, chè ne conosco già da un pezzo la buona tempra. Ti dirò poi tutto quello che s'è concertato col nostro cugino Lodrisio; egli comincerà ad armare i suoi vassalli sotto ombra di dar aiuto in caso di bisogno al fratel suo l'abate di Sant'Ambrogio, il quale manda una masnada sul Limontino onde castigare quel villani della loro ribellione: tu che vieni di là la conoscerai codesta faccenda?
- Perfettamente e per verità mi duole assai di que' poveri montanari, che ci sono stati proprio tirati pei capegli, e se si potesse...
- Che vuoi? è un capriccio dell'Abate cardinale, e in questo momento ci torna tanto a capello!
- E mi spiacerebbe pure assai, - insisteva il giovane, - che il conte del Balzo, che sta là presso, avesse a patirne qualche sconcio.
- Oh appunto! dimmi qualche cosa di quel conte del Balzo: è egli ancora quel ciancione che era da giovane?
- Pover'uomo! - rispose Ottorino non potendo dir di no, e non volendo dir di sì.
- E Ermelinda, la sua donna, l'avrai veduta eh?
- Se l'ho veduta? Stetti forse quindici giorni in sua casa: è un angelo, è un vero angelo di bontà.
Marco si levò in piedi, fece alcuni passi per la camera, poi ripigliava: - Dunque Bice le somiglia tanto?
- È tutta sua madre che non ne scatta un capello.
- Me ne hai scritto grandi cose da Varenna... Senti, quel tuo... come lo chiami? quel Pelagrua che mi raccomandasti l'ho collocato nel mio castello di Rosate: egli m'ha aria di persona svegliata, e chi sa che me ne possa valere.
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