- Caro quel bamboccino! - disse Lodrisio sogghignando.
- Ell'è così, - ripigliava Marco, - e giusto stamattina me n'ha toccato un tasto col dire, ch'io sarei la man del cielo in questa briga; che non c'è altri che me che lo possa cavar dallo spineto in cui si trova, perchè quegli Alemanni mi conoscono, e fideranno nella mia parola; e parlava delle mie imprese...
- Le vostre imprese eh? era da dirgli che la più bella non l'ha ancora veduta. Quant'a a questo però non è balocco lui, vorrebbe spiccarvi di qui dove gli dà ombra il vostro nome: lo vedrebbe un cieco.
Marco fece un sorriso, e poi disse: - Sai che cosa m'era venuto in fantasia, pensandoci su dopo?
- Dite mo.
- Di pigliarlo nella sua stessa rete: andare in Val di Nievole, com'ei vuole, guadagnarmi quelle ottocento lance, che è tutta gente che per me anderebbe nel fuoco (in questo il mio nipote non avea torto), assoldarle per conto mio proprio: tu qui a far il colpo; e quando il Bavaro accorra per rimettere in piedi la sua creatura, ecco ch'io gli piombo alle spalle colle ottocento lance del Ceruglio e cogli aiuti di Toscana, che intanto avrò messi insieme.
Lodrisio saltò in piedi esclamando: - Cugino, questa la vale oro; oh! vorremmo fargli la barba di stoppa davvero!
- Basta, ne parleremo con più agio, - disse Marco, - mi pare anche a me che se ne possa cavar qualcosa: questa sera non ho troppa voglia di starci sopra più che tanto. A domani.
- Vi dico ch'ell'è una pensata maravigliosa, - seguitava pure Lodrisio incamminandosi verso l'uscio; - e che avviamento potrà darsi alle pratiche aperte con Firenze, una volta che siate in Val di Nievole alla testa d'ottocento barbute!
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