.. in questo momento...
- Che! hai tu forse altro che ti stia pių a petto del tuo signore in questo momento?...
- No, pensate...
- Ma che cosa?
- Sapete pure che debbo essere uno dei tenitori della giostra, e che n'č andato il cartello con sotto anche il mio nome.
- Se l'intoppo č tutto qui, potrem levarlo agevolmente. Che la mia corte sia tanto al basso da non poter dar un cavaliere che entri in tuo luogo? Quando ne va l'utile del proprio signore, sai che la diffalta č scusata. Ti capisco, - ripigliava poi sorridendo, ma d'un riso forzato, - e che sė che l'indovino io il perchč ti cuoce codesta subita levata? č perchč ha da capitar presto a Milano Franchino Rusconi colla figliuola... Ma via, per questa volta il dovere non avrebbe a pregiudicare all'amore. Prima di partire tu le darai l'anello.
Ottorino, ridotto cosė alla stretta, vide che non era pių tempo di tentennare, che bisognava andar risoluto, e schiarirla, onde cominciava: - Mi dorrebbe troppo di spiacervi, ma vi prego per quella fede con che v'ho servito sempre...
- A che conclusione vuoi riuscirmi con codesti preamboli? - disse bruscamente Marco tagliandogli le parole: - ti saresti forse mutato?...
- Veramente, - rispose il giovane, - io non ho mai data la fede alla figlia di Franchino... non furono che discorsi in aria; e credo d'essere ancora signore di me.
Intanto la cavalcata era giunta alla Brera del Guercio, e passava innanzi al palazzo del conte del Balzo. Marco ed Ottorino levarono ad un tempo gli occhi ad un verone, d'onde stavan guardando il padre e la figliuola: il lettore indovina su qual dei due cavalcatori si fermassero gli sguardi di questa, mentre il padre si volea sbracciare e versar dal parapetto facendo baciamani e inchini a Marco.
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