.. E poi, la fedeltà che gli ho avuta, i servigi che gli ho resi... egli non è uso dimenticarle queste cose. -
Bice pareva acquietarsi a questa e ad altrettali ragioni, ma la madre non ne restava però tranquilla.
E un altro guaio era a pensare che se al Conte fosse venuto mai a trapelar nulla di quella renitenza di Marco, ogni cosa n'andava sossopra; che Dio ne guardi! piuttosto che mettersi al rischio di spiacere a quell'uomo, si sarebbe tolto a patto, non so che mi dire: dunque zitti tutti quanti; e nell'intesa che il parentado si sarebbe stretto tosto che Marco fosse partito per la Toscana, si tirò innanzi fino a quel giorno in cui venne alla casa del Balzo uno scudiere del Visconte, invitando da parte del suo signore il padre e la figliuola alla festa, di cui abbiam fatto cenno più indietro. Ottorino ne fu tutto consolato, e quantunque gli dolesse tanto di vedersene egli escluso, combattè tutte le ragioni che Ermelinda metteva in campo per ricusare al marito che vi conducesse la figlia, tutte le ragioni che Bice stessa veniva cavando fuori per non andarvi, tanto che fu conchiuso che anch'ella terrebbe l'invito.
La sera destinata per la festa, il Conte passeggiava in una sala della sua casa già bell'e all'ordine, con una roba di velluto fiorato e un par di calzaretti colla punta più lunga che non il piede, rivolta all'insù, e tenuta con una catenella d'oro che si allacciava sotto il ginocchio; passeggiava pavoneggiandosi tutto di trovarsi così vago. Una sorella di lui, che dovea accompagnar Bice in luogo della madre, seduta intanto presso Ernielinda, s'impazientiva di veder la nipote che s'indugiava or con questa or con quella scusa, e che da ultimo, facendo vista che le si fosse sconciato in capo un nastro d'argento, se lo faceva rassettare dalla sua Lauretta.
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