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      Un segreto terrore era entrato nell'animo della fanciulla vedendo avvicinarsi il punto in cui stava per comparire al cospetto di Marco, ora che sapeva come Ottorino gli fosse caduto in dispetto; ella tremava al solo immaginarsi d'aversi a trovar dinanzi a quell'uomo, sotto a quel suo sguardo indagatore, e avea bisogno di attingere un po' di coraggio dalla presenza, dalle parole del giovane, pei conforti del quale principalmente erasi lasciata piegare a tanto: ma il giovine non compariva; e, cosa strana! non s'era lasciato veder mai di tutto quel giorno.
      Come il nastro fu accomodato, la zia si levò in piedi, e porgendo una mano a Bice, la quale non seppe più come scusarsi dal seguitarla, si avviò in compagnia di lei e del Conte; e già erano sull'uscio della sala, quando fu visto Ottorino entrare affrettatamente tutto affannato, colla faccia alterata gridando:
      - Sapete? Lupo è stato preso dai satelliti dell'abate di Sant'Ambrogio, preso di notte, a tradimento, mentre dormiva: l'hanno condannato nel capo, e domani sarà l'ultimo suo giorno.
      Lauretta, al sentire in qual punto si trovasse il suo caro fratello, scappò via mezza morta dallo spavento per darne avviso ai genitori: tutti gli altri rimasero come incantati.
      - Ho pregato, ho promesso, ho minacciato, - seguitava Ottorino: - tutto invano: bisogna dire che l'abate sia sicuro dell'assenso di Marco, chè non avrebbe osato certamente di far metter le mani addosso a un mio scudiere, se ciò non fosse.
      - Sentite, Ottorino, - disse il Conte balbettando: - io ve l'avea pur detto, avete voluto fare a vostro modo.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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