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Ma la moglie e la figlia, tutt'e due in una volta, gli rupper le parole in bocca: che non si voleva perdersi in querele inutili, quando era da cercare qualche riparo.
- Perchè non correte voi da Marco? - tornò egli a dire ad Ottorino, - l'affronto è vostro; voi gli siete stretto per sangue e per amistà...
- Sono stato alla sua casa, ma ricusa di ascoltarmi.
- Come? come? che cosa avete detto? Marco non vi vuol sentire?
Il giovane nella passione, dimenticando ogni riguardo, disse per disteso tutto il fatto come stava, e che Marco, era già da un pezzo, che non gli veniva accordato di vederlo.
- Siete dunque in disgrazia del Visconte? - esclamava il padre di Bice. - Ah! capisco adesso quel che m'andava ingarbugliando Ermelinda poco fa; che non avessi a far sembiante di nulla con Marco, che non gli toccassi parola delle nozze stabilite, nè di voi, nè nulla. Ecco qui, ecco tutto il mistero che c'è sotto, e a me non se ne dice nulla eh? Bene, bene, com'è così, io me ne chiamo fuori, me ne lavo le mani io, per me non c'entro.
- E vorrete lasciar morire il figlio d'un vostro servitore, senza spendere una parola per salvargli la vita? quella vita che egli ha posto volenterosamente pel suo paese e per voi? - gli disse Ermelinda.
- Santo Dio! vedete bene, sono già in sospetto presso l'abate... E poi che attenenza ho io? che balìa sul cuor di Marco perchè possa pigliarmi tanta sicurtà?
Ma qui venne in aiuto dei supplicanti la sorella del Conte. - Come? - gli disse: - non siete voi l'amico più intrinseco che Marco si abbia? il suo confidente più caro? non l'avete detto voi medesimo le tante volte? e poi, non è ella cosa che si sa da tutti? e vorrete tirarvi indietro quando si tratta di salvare un vostro servitore?
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