- Lo so anch'io che con te... e poi, siam sempre stati amici; ma... capisci bene, certi termini... non si possono comportare...
- Ma e tu non capisci che l'ho detto per un paragone?
- Quando l'hai detto per un paragone, niente di male.
- Voglio che ci lasciamo amici, è vero? - tornò a dir Lupo stendendogli la mano.
- Sicuro, amici di tutto cuore, - rispose l'altro stringendogliela affettuosamente; e aggiunse tosto: - Stringo la mano di un bravo soldato e d'un buon compagnone; - dopo di che si volse dall'altra banda per nascondere la commozione che gli si manifestava sul volto; si versò un altro bicchiere, votollo, quindi levando una mano alla bocca come per forbirsi i mustacchi, dal vino, la fece scorrere fin sopra gli occhi e passar due o tre volte innanzi e indietro.
Intanto si sentirono rimbombare fra il silenzio di quella cameraccia i tocchi lugubri d'una campana. Lupo parve riscosso un momento; ma rimettendosi tosto: - Veggo, - disse, - che non ho tempo da perdere: senti, Vinciguerra, ho da dirti una cosa: voleva pregarne il confessore, ma mi ha fatto montar tanto la bizzarria... E poi, è meglio dar questo incarico a un amico che mi conosce da un pezzo, e sa che tutti siamo uomini alla fine... che se costoro vedessero un soldato... potrebbero credere che fosse per la paura del morire... Senti dunque, mi spiccerò in poche parole. La prima volta che ti accade d'andar a Milano, cerca della casa del conte del Balzo, alla Brera del Guercio: là troverai la mia famiglia, mio padre, mia madre: - ma al profferire di quei sacri nomi, sentendosi schiantar il cuore, diede una volta per la camera, poscia tornando presso al Vinciguerra, - Lo farai?
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