- Sei tu, Lupo? - rispose il buffone; - ho tanto gusto d'averti trovato: veniva appunto alle tende degli scudieri perchè alcun volesse accomodarmi d'un petto di ferro e d'un cavallo per correre un tratto al saracino: così me la farai tu questa cortesia.
- Vuoi correre il saracino? tu vagelli eh? guarda il fatto tuo, che non è tutt'una come a cantare un lamento: vedi là quella pertica che ha in mano? ne ha castigati dei manco pazzi di te.
- Lascia far a chi tocca, e non cercar più in là: ho scommesso con Arnaldo Vitale: egli m'ha vinto cantando in una tenzone d'amore, ed io l'ho sfidato al saracino.
- Ma non sai che Arnaldo Vitale è scudiere, e che sa correr la lancia al pari dei primi giostratori?
- Ma e tu non sai in che termini va la disfida? egli ha da romper la lancia al saracino, ed io vinco a toccarlo solamente, senza assaggiar del bastone che ha in mano.
- Sicchè non è a patti eguali?
- A patti eguali dice! aspetta che mi ci colga! un po' matto lo sono, ma non da legare però.
- E non ti vergogni!
- Di che? di guadagnare senza fatica un bel cavallo?
- E tu, che cosa ci metti a riscontro?
- Ci metto un pezzo di quella catena d'oro che mi fu donata a Bellano dal tuo signore; il resto me l'ho giocata su per le bische.
- Povera catena, e povere le tue spalle: basta, fa tu.
- Sicchè me lo presti codesto cavallo e codesto petto di ferro?
- Per una corsa sola, veh.
- Ci s'intende.
- Bene, vien qua dentro, e ti metterò in assetto d'ogni cosa.
Vestitagli una corazzetta leggiera colla sua brava resta appiccata al petto, Lupo fe' montar il buffone sul proprio cavallo, e datagli in mano una lancia.
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Lupo Arnaldo Vitale Arnaldo Vitale Bellano Lupo
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