Questa gentilezza era toccata appunto a Lucca: il Bavaro infedele l'avea tolta ai figli di Castruccio, suo potente favoreggiatore, per darla a Francesco Castracani degl'Interminelli, il quale gli snocciolò non so dir quanti bei mila fiorini d'oro. Ma i Lucchesi, che non potevan masticarla d'essere stati mercanteggiati a quel modo come un branco di pecore, partito l'imperatore, eransi raccomandati a Marco, il quale capitato qualche tempo prima al Ceruglio, si era guadagnata quella banda di Alemanni ribelli, sicchè potea farne il piacer suo. Il Visconte calò con seicento barbute in aiuto di quei di Lucca, scacciò il Castracani dal mal acquistato dominio, e fu eletto egli medesimo signore e capitano della città per lui liberata da un esoso padrone, d'una che dovette darsi di buona voglia a quel principe d'illustri natali, di chiara fama, stato già amico strettissimo di quel celebre Castruccio, sotto la cui signoria ella era diventanta così potente e formidabile.
Correva il sesto giorno da quel fatto: Marco avea ancora di continuo gente in faccenda a ricevere le sommissioni delle terre e dei castelli del territorio che gli si davan volonterosi, a correre, a devastare, a incendiare quelli che s'era rivoltati ricusandogli obbedienza; e già attaccava nuovi fili col conte Fazio per fare a Pisa lo stesso gioco che avea fatto a Lucca, e tôrre quella città dalle mani di messer Tarlatino di Pietra Mala, a cui era stata ceduta dal Bavaro.
La mattina di quel sesto giorno egli l'avea spesa in ricevere e spedir messaggi ai principi, ai comuni di Toscana e di Romagna che miravano con vari sentimenti d'invidia, di tema e di speranza, sorgere quel nuovo principe di cui era difficile indovinare l'animo nascosto; il resto della giornata era corso fra i tripudi e gli omaggi, di che la moltitudine non è mai avara coi nuovi principi: gli sonavano ancora nelle orecchie le grida onde aveano echeggiato le vie di Lucca ch'egli avea trascorse a cavallo, seguito dai maggiorenghi, dai baroni, dai consoli delle arti, per recarsi alla chiesa di San Martino a venerare il Volto Santo.
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